Capitolo 12 - Meditazione, Preghiera e Immobilità

NESSUNA UDIENZA OGGI

Come puo’ una persona liberarsi dell’ego nei propri sentimenti quando sa che si sta avvicinando al centro? Rimbalza dal posto della trascendenza quando si rende conto che si sta avvicinando.

Si dovrebbe aspirare all’unita’ con fede, entusiasmo e amore. Con pazienza e determinazione il tuo vero  Se’ ti portera’ al centro e lascera’ andare via il tuo Ego.

C’era un uomo realizzato che aveva molti discepoli di tutti i tipi; si accalcavano intorno a lui ogni giorno per vederlo e ricevere la sua benedizione. Usava mettere alla prova i suoi discepoli in modi piuttosto peculiari. Un giorno chiudeva le porte e un assistente diceva ai discepoli: “ Nessuna udienza oggi”.

La maggior parte di loro se ne andavano, ma alcuni restavano e si sedevano davanti alla porta. Trascorse diverse ore faceva aprire le porte e chiedeva quanti di loro fossero rimasti. Anche se solo pochi di loro erano rimasti, li invitava ad entrare e teneva la sua udienza.

L’UOMO CHE VOLEVA UN CAVALLO NERO

La legge del tre e’ prevalente in ogni momento e in ogni evento della vita. Nulla sfugge alla legge del tre. La stessa legge del tre e’ descritta come fisica, sottile e causale. Si applica a tre tipi di riposo, ma anche ai tre gunas (qualita’ o energie) che sono sattwa ( purezza o luce), rajas(agitazione, eccitazione), e tamas ( inerzia o buio). Qualsiasi evento scegli o visuallizzi o analizzi vedrai che e’ governato dalla legge del tre. In relazione all’ego, ogni individuo che ha un concetto unificato di se’ stesso e una immagine che si evolve da questo concetto unificato del mondo come egli lo percepisce, e il modo in cui si comporta, e’ governato da questa legge del tre. Se la persona e’ letargica, allora ogni cosa sembra composta da elementi negativi e vede il mondo in modo negativo. Lo stesso accade a una persona eccitabile o pacifica.

La stessa cosa si puo’ vedere nella devozione. Se la devozione e’ tamassica le persone praticano discipline particolari per controllare forze diaboliche, fantasmi, ecc..; eseguono particolari rituali, praticandoli per lungo tempo per potere acquisire il potere di dettare i loro desideri a queste forze diaboliche ed essere sicuri che vengano soddisfatti.

La devozione di tipo rajassico e’ sopratutto rivolta a diversi Dei. Ci sono una varieta’ di Dei nella gerarchia sotto l’Assoluto, e alcuni cercano di compiacere questi dei con atti devozionali e rituali, e cosi’ guadagnare il loro favore in modo che i loro desideri vengano soddisfatti.

Tuttavia, l’uomo che pratica la devozione con sattwa si rivolge solo all’Assoluto. Di conseguenza, acquisira’ grandi poteri. Non guarda al risultato, e non ha alcun desiderio particolare.

Queste sono i tre modi di mostrare la legge dei tre al lavoro attraverso la devozione.

Possiamo vedere la stessa cosa in relazione al pensiero, all’azione, al sonno. Un uomo veramente sano ha bisogno solo di poche ore di sonno, che dovrebbero essere sufficienti per svolgere qualsiasi lavoro manuale o intellettuale. Ma ci sono persone che dormono molto di piu’, fino a otto o dieci ore, e nonostante questo non sono mai pronti a uscire dal letto! Continuano a desiderare di dormire; e non riposano mai abbastanza, si sentono sempre stanchi e sciupano la loro vita nella indolenza.

Si ha sonno irrequieto, o rajassico, quando continui ad avere ogni sorta di proccupazioni nella tua mente e continui a sognare, o a creare sogni e desideri e piani per realizzarli e cosi’ sciupi tutto il tempo in cui vorresti dormire, non riposi mai e resti continuamente impegnato.

Si ha sonno pacifico, o sattvico, quando ti addormenti immediatamente quando vai a letto, e dopo poche ore sei completamente fresco e riposato, pronto per affrontare qualsiasi cosa sia necessaria. Anche qui abbiamo la legge del tre relativa all’essere o all’attitudine dell’individuo, attraverso la quale si attiva relazionandosi con il mondo.

Ancora, in relazione al samadhi, prevale ancora la legge del tre.

C’era un uomo che si era allenato nel samadhi a livello fisico. Ando’ dal re e gli disse che voleva un cavallo nero. Disse al re che avrebbe dimostrato il suo samadhi , per dodici anni, e che come premio per questo samadhi esemplare avrebbe voluto il cavallo nero che era nelle scuderie del re. Il re accetto’ e ordino’ i necessari preparativi per il samadhi. Venne scavata una fossa, nella quale l’uomo venne calato, che venne poi coperta di assi di legno e terra. Dopodiche’ tutti si dimenticarono di lui. Dopo qualche tempo il re mori’, e cosi’ il cavallo. Ma il desiderio dell’uomo in samadhi resto’ vivo, perche’ egli non dormiva e non era morto, ma era in samadhi. Dodici anni dopo, la situazione nel regno era completamente cambiata. Si inizio’ a costruire un nuovo palazzo nel sito del samadhi. Quando, durante gli scavi, venne trovata la fossa con dentro l’uomo in samadhi, venne tirato fuori.  Quando riprese conoscenza, chiese del cavallo nero. “Quale cavallo nero?”, domandarono. Allora chiese di potere parlare con il re. Gli dissero che il re era morto. Spiego’ che il vecchio re aveva accettato di dargli il suo cavallo nero dopo dodici anni di samadhi, che lui aveva completato. Poteva avere quel cavallo nero? Gli venne risposto che anch’esso era morto e quindi non poteva avere nulla.

Questo e’ un esempio di samadhi tamassico perche’ c’era qualcosa che l’uomo voleva avere dopo dodici anni di non-attivita’ o non- produttivo samadhi.

Abbiamo samadhi sattvico quando sei in pace dopo avere terminato una attivita. Dopo un momento di pace ritorni ad essere impegnato in qualcosa e continui questo cerchio di pace e attivita’. Ti tiene impegnato, ma non migliora la tua situazione, anche se puoi anche non avere nessuna perdita.

Come esempio di samadhi sattvico abbiamo la Rasleela (gioco divino). Da giovane Lord Krishna usava danzare con le pastorelle nella jungla di Mathura, e uno dei quadri che ci sono stati dati mostrano una danza che stava per finire; nel momento finale tutte le pastorelle formano un cerchio e tra ogni due pastorelle si vede un Krishna.  Questa descrizione pittoresca di Rasleela mostra che tra due attivita’, le pastorelle, riposa Krishna, l’Assoluto, e questo e’ il simbolo adottato per formare questa Rasleela.

Questo rappresenta il riposo che dovremmo avere dopo ogni attivita’ in modo che possiamo iniziare la successiva con una migliore comprensione e con piu’ energie da utilizzare.

Per quanto riguarda il processo mentale, la persona pacifica ascolta e capisce il contenuto e la forma di quello che viene detto. La persona attiva ascolta qualche volta e ha una visione parziale, mentre la persona letargica o si addormenta o cade in trance e perde ogni cosa o dimentica immediatamente tutto quello che ha sentito. Non si ricorda nulla o capisce male.

AKBAR E GLI SCIACALLI

Tutti gli esseri viventi sembrano gridare per qualche cosa. Fra gli uomini, alcuni desiderano la ricchezza, altri la salute, altri le proprieta’, la fam, il potere, la liberta’ dal bisogno, il cibo e le basiche necessita’ della vita. In piu’, tutti desiderano avere queste cose in modo permanente; nessuno vuole una cura temporanea o ricchezze temporanee. E vogliamo queste cose in quantita’ illimitata, perche’ il nostro obiettivo e’ di essere completamente soddisfatti in tutto.

Le scritture di ogni religione dedicano molte riflessioni su quello che vale veramente la pena di pregare. Se studiamo le scritture accessibili a noi, sembra che tutte desiderano Dio, perche’ e’ Lui soltanto ad essere completo in ogni aspetto e la sua completezza non puo’ mai diminuire. Tutto il resto non e’ ne’ completo ne’ permanente. Percio’, le persone sembrano veramente desiderare Dio, anche se non se ne rendono conto.

Quando sei un bambino, desideri giocattoli, quando sei un ragazzo, desideri l’educazione; quando l’educazione e’ terminata, desideri un impiego; quando ottieni in impiego, desideri una promozione. Percio’, dall’inizio alla fine, nessuno e’ mai contento.

Una volta, il grande imperatore Moghul Akbar dovette passare la notte nella giungla mentre era a caccia. Incapace di dormire a causa del rumore fatto dagli sciacalli, chiese perche’ stessero urlando. Gli venne detto che era a causa del freddo.  Akbar ordino’ di distribuire coperte agli sciacalli, ma essi continuarono ad urlare. Quando Akbar chiese cosa stesse succedendo, gli venne risposto che era a causa della loro gioia per avere ricevuto le coperte!

In questo modo non raggiungiamo mai la soddisfazione nella immobilita’ e nella pace, e continuiamo a piangere!

Il rimedio e’ dedicarsi a Dio. Con questo, tutti i pensieri non necessari rivolti ai bisogni mondani si fermano e si arriva alla realizzazione del Se’ Universale. Solo allora si ha completa soddisfazione; non desiderando nulla, ci sentiamo realizzati. Si realizza l’unione fra il Se’ individuale e il Se’ Universale.

Questi due aspetti si mescolano inseparabilmente e non verranno mai piu’ divisi.

Anche se Dio si manifesta in tutte le cose, ogni cosa soffre di un qualche tipo di distorsione; tuttavia, Dio e’ immutabile, come l’oro che resta oro anche dopo essere stato lavorato mille volte in vari ornamenti. Fino a quando non conosciamo Dio, la nostra fede in Lui resta svogliata; solo quando lo conosciamo la nostra fede diventa ferma e irremovibile.

SCHITAPRAJNA E LA IMMOBILITA’

Il tempo dedicato alla meditazione e’ per prepararci ad arrivare a uno stato di immobilita’. Ci possono essere meditatori che stanno seduti per ore e ora ma senza risultato, perche’ continuano a agitare meccanicamente i loro pensieri. Finiscono stanchi, sia fisicamente che mentalmente. Quelli che riescono a immergersi nel profondo ne escono con potenzialita’ che emanano della volonta’ dell’Assoluto.

Nel Mahabharata, Arjuna chiese a Shri Krishna dell’uomo capace di tale immobilita’. Nel Bhagavad-Gita tale uomo e’ chiamato Schitaprajna, ‘colui che e’ costante e immobile nella sua conoscenza e nel suo essere’. Krishna dice che quest’uomo non si agita anche quando e’ in pena e miseria. Non si ribella contro la sfortuna. Anche se una calamita’ cade su di lui, non si arrende e non si compiange; si dedica solo a superare i suoi effetti con un sorriso. Quando viene onorato dal successo, o dal piacere, non si esprime con giubilo; semplicemente li accetta con gratitudine, e quindi li dimentica. In breve, si potrebbe dire che un uomo con questa profonda immobilita’ rimane sempre lo stesso ed esprime sempre efficienza, saggezza, amore e compassione.

Questo prova che questa immobilita’ deve essere sempre presente; in verita’, sembrerebbe che la meditazione inizia da quel punto.

In realta’, l’immobilita’ e’ la reale esperienza della meditazione. Poiche’ non c’e’ movimento, non si puo’ definire il punto di partenza, perche’nulla sta iniziando. Quando si fa esperienza di questo stato, se ne esce con un tesoro, e questo tesoro e’ senza fine. Nel riposo e nella immobilita’ ordinaria si recupera solo una parte delle energie perse, ma quando si raggiunge la immobilita’ assoluta non si e’ mai senza energia e amore. Quest’uomo compie sempre ogni azione come se fosse la prima volta. Questo perche’ il corpo, la mente, l’intelligenza e le emozioni si uniscono per fronteggiare assieme ogni situazione. Ogni volta che affronta un problema, tutte le sue forze lavorano attraverso questa attenzione focalizzata.

IL MAHATMA E L’ALBERO DI TAMARINDO

Il processo di dare importanza alla meditazione e anche all’idea della bonta’ dell’Assoluto sembra dare piu’ potere di fare cose meravigliose. La stessa idea e’ all’inizio della preghiera del Signore dei Cristiani: “ Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.” Grazie a Shankaracharya sia l’Assoluto che la meditazione sono diventati “sacri” per molto persone che, grazie a questo, compiono meraviglie. Come possiamo entrare pienamente in questa situazione?

Quando qualcuno fa esperienza, parziale o completa, dell’unita’, di solito desidera condividerla con altri. Questo e’ un processo naturale. Ci sono difficolta’, non per la persona che desidera condividere, ma per coloro che potrebbero condividere quello che viene offerto ma non ci riescono a causa di certe barriere. Queste barriere devono essere eliminate e per farlo vengono suggeriti alcuni mezzi.

La buona compagnia e’ uno di questi. E’ buona cosa radunare le persone e in fronte a loro descrivere tutte le bellissime cose, i gloriosi aspetti dell’Assoluto, in modo tale che tutte le barriere in queste persone vengano gradualmente eliminate in modo che possano rispondere in modo adeguato. Questo e’ il modo migliore di fare questo lavoro. A meno che le persone capiscano che esiste qualcosa di meglio, non inizieranno a compiere il cammino verso quella direzione, e quindi l’insegnamento della conoscenza della gloria dell’Assoluto e’ essenziale e le persone dovrebbero essere portate insieme dove sia possibile impartire questo insegnamento.

Per quanto riguarda la preghiera, ce ne sono di due tipi. Una descrive ghi aspetti gloriosi dell’Assoluto, e il poeta lo fa in modo meraviglioso, parlando di tutto quello che l’Assoluto ha manifestato in modi diversi in questo mondo. L’altra e’ quella di rimuovere il potere dell’ego, e in questo tipo di preghiera non si parla della gloria di Dio, ma dei propri limiti, confessando di non essere capaci di fare una certa cosa, o di avere fatto delle cose sbagliate, e chiedere all’Assoluto di essere misericordioso e di salvarci da tutti i nostri vizi.

Anche se ci sono questi due modi, quello migliore e’ il primo, quando si parla della gloria dell’Assoluto. Anche se nell’altro modo il nostro ego viene ridotto, nulla di positivo viene messo al suo posto; anche se questo modo non e’ inferiore, la gloria dell’Assoluto non discende immediatamente su di te.

Con il primo modo di pregare, diciamo che l’Assoluto, Dio, e’ onnisciente, onnipresente, ha tutte le emergie del mondo, ha creato un mondo bellissimo in tutte le sue forme, e poiche’ siamo i suoi figli, vorremmo potere godere di tutto quello che Egli ha creato, e anche partecipare all’atto della creazione, come un cucciolo di leone, nel corso del tempo, si comportera’ come un leone nel pieno della sua forza. Ma nell’altro modo si continua a ripetere all’Assoluto, come viene detto in questa preghiera in Sanscrito: “Sono un peccatore, e ho compiuto attivita’ peccaminose, e sono un essere infimo; ti prego di liberarmi da queste cose, e perdonarmi per essere cosi’.” In definitiva, vediamo che una preghiera che va verso gli aspetti gloriosi e’ molto’ piu’ positiva, molto piu’ soddisfacente.

C’era un santo che viveva in un posto appartato, sotto un albero di tamarindo. Adempieva ogni giorno al suo atto devozionale di meditazione. Esiste un Dio chiamato Narada, considerato il messaggero dell’Assoluto, che continua a discendere sulla terra per raccogliere informazioni per tenere sempre l’Assoluto bene informato. Mentre faceva uno di questi giri capito’ vicino a questo santo ed inizio una conversazione con lui, volendo sapere cosa stesse facendo.

Il santo disse, “ Bene, questo e’ tutto un dramma, e in questo momento sono impegnato nel dramma della meditazione, ma tu chi sei?” Naranda rispose che era il messaggero dell’Assoluto e stava raccogliendo informazioni sui devoti a Dio in modo da poterlo informare sul loro stato di benessere. Il santo disse che questa era una cosa assai buona e gli chiese se potesse riferire un messaggio, e Narada disse, “Si’, perche’ no?” Il santo disse: “ Chiedigli quando lo potro’ incontrare.”

Narada se ne ando’, e dopo qualche tempo ritorno’ e il santo gli chiese se ci fosse una risposta. Narada disse che una risposta in effetti c’era, ma era una risposta molto amara e avrebbe preferito non riferirgliela perche’ avrebbe causato al santo un grande dolore. Il santo disse, “Ma se l’Assoluto mi ha risposto, in nessun modo potrebbe causarmi dolore, quindi non preoccuparti, e fammi sapere la risposta.”

Narada disse, “ Guarda questo albero, l’albero di tamarindo. Ha piccolissime foglie, milioni di foglie. Dovrai aspettare tanti anni quante sono le foglie di questo albero, dopo di che Dio verra’ a incontrarti; questo e’ il messaggio.”

Il santo divenne estatico e inizio’ a danzare beatamente, dimenticando completamente se stesso. Narada era completamente sconcertato da quest’uomo che, quando gli venne detto che avrebbe dovuto aspettare milioni di anni prima che l’unione potesse accadere, si era messo a cantare, totalmente estatico. Gli disse:”Aspetta- sei sicuro di avere capito esattamente quello che ti ho detto? Che cosa significa questa risposta?” Il santo disse, “Certo’ ho capito benissimo”, e Narada disse, Cosa hai capito?” e il santo disse, “Dovro’ aspettare tanti anni quante foglie ci sono nell’albero di tamarindo, e allora Egli verra’.” Narada disse, “ Allora, perche’ stai danzando?” Il santo disse, “ Non mi mettero’ a contare il numero degli anni e delle foglie; l’unica cosa che conta e’ che ho avuto un messaggio dall’Assoluto, e che Egli verra’ a conoscermi. Non mi abbandonera’ mai, e questo e’ quello che conta veramente” e riprese a danzare beato.

Narada stava cercando di capire cose stesse accadendo e in quel momento l’Assoluto discese, apparve dinnanzi al santo, e lo abbraccio’.  Narada era molto disturbato. Disse: “Mio Signore, io sono il tuo messaggero, ma ora mi fai apparire come un mentitore perche’ tu hai detto che ci sarebbero voluti tutti questi anni, e questo ho riferito al santo, e hai mancato alla tua parola e sei disceso immediatamente! Non hai nemmeno aspettto un’ora e non hai mantenuto la promessa che avrebbe dovuto aspettare per milioni di anni.”

Allora l’Assoluto disse: “Queste cose sono per gli uomini ordinari; se c’e’ qualcuno speciale, allora la questione del tempo e dello spazio deve essere superata e l’incontro puo’ essere istantaneo.”

La stessa cosa si applica alla persone di devozione o alle persone di conoscenza. Se esiste un raro caso in cui non esiste null’altro che devozione, o solo una bramosia per la verita’, allora l’unione puo’ avvenire senza ritardi.

TULASIDAS E IL RAGAZZO CHE CERCAVA DI ATTRAVERSARE IL FIUME

E’ il mantra che purifica il livello casuale o l’anima e da dove viene il potere del mantra? E’ il suono del mantra, o e’ il fatto che ci e’ stato dato dalla tradizione, o e’ la purita’ del cuore del meditatore?

Il suono del mantra ci e’ stato dato attraverso la tradizione Vedica, e le sue radici sono in Brahman, l’Assoluto. Tutti i suoni puri che sono incorporati nel mantra sono pieni di qualita’ e ogni suono ha un particolare significato, che si combinano per creare un tipo di effetti particolare, quando il mantra viene ripetuto dall’individuo. Quindi il significato del mantra e la sua pronuncia corretta, internamente, da parte del meditatore, produrra’ il giusto effetto, che e’ incluso nel suono stesso del mantra.

Il mantra fa tre tipi di lavoro. Prima di tutto elimina tutti i tratti impuri, non necesssari e dannosi, dell’individuo, e in secondo luogo aumenta e sviluppa ogni cosa buona che ha dentro. C’e’ anche un processo di espansione che avviene a livello causale, in modo da diventare piu’ universale, apprezza di piu’ l’universo e diventa piu’ unito e in armonia con esso. Questi sono i tre fattori che si cristallizzano nel mantra.

Per quanto riguarda l’individuo, certamente la purezza del cuore e’ una buona precondizione per fare funzionare il mantra molto meglio di quello che potrebbe fare un cuore impuro. Quindi, anche se il mantra e’ lo stesso, quando viene dato a persone diverse produce i suoi effetti a seconda delle loro capacita’ e della purezza del cuore dell’individuo. Alcuni ottengono risultati piu’ alla svelta, mentre per altri ci vuole piu’ tempo e ci possono essere dei casi dove non si vedono risultati e questo puo’ portare a frustazione e ad abbandonare la meditazione e il mantra. Il terzo fattore concerne la tradizione. La tradizione fa il mantra molto piu’ potente perche’ si e evoluta nei secoli e nei millenni ed e’ stata praticata da grandi santi, e le forze di questi santi sono state trasmesse dall’uno all’altro, dal maestro al discepolo. Cosi’ c’e’ un terzo tipo di forza che viene dalla tradizione.

Il santo Tulasidas, che scrisse in vernacolare il Ramayana, abitava a Benars e un giorno, mentre stava seduto lungo la riva del Gange vide arrivare un ragazzo che piangeva. Era venuto nella citta’ per prendere medicine per sua madre malata, che viveva dall’altra parte del fiume. A quell’ora non c’erano barche disponibili, tutti i barcaioli erano tornati nelle loro case. Il ragazzo stava piangendo perche’ non poteva attraversare il fiume e non sapeva come fare per aiutare la madre malata e portarle le medicine. Il santo senti’ il ragazzo piangere e gli si avvicino’ per chiedergli che cosa  avesse. Il ragazo gli racconto’ la sua storia.  Il santo diede al bambino una foglia, sulla quale era scritto un mantra, e gli disse di tenerla sul palmo e nuotare per attraversare il fiume, e che non avrebbe avuto nessuna difficolta’ a farlo.  Il ragazzo era molto curioso e voleva vedere cosa gli era stato dato. Apri’ la foglia e lesse la parola che vi era scritta. Egli penso’, bene, ora conosco questa parola e non c’e’ nessuna differenza fra la parola che mi e’ stata data e la mia, cosi’ posso attraversare il fiume da solo, senza la foglia.  Ma quando inizio’ a nuotare fu trascinato dalla forza dell’acqua. Quando il santo vide quello che stava accadendo, disse, “ Mio caro ragazzo, la tua parola non ti aiutera’. Devi chiedere aiuto al mio mantra. Prendi la foglia e attaccati ad essa” Il ragazzo finalmente segui’ il suo consiglio e attraverso’ il fiume.

Anche se le cose possoo sembrare uguali, un mantra ha un grande potere quando viene da una tradizione.

COME VALMIKI DIVENTO’ ILLUMINATO

Nella meditazione, quando il corpo rimane perfettamente immobile, tutto diventa molto piu’ facile. Questo stato del corpo sembra un punto chiave nella meditazione.

Il Bhagavad-Gita, che consiste nella parole di Lord Krishna, dice che si deve stare immobili e confortevoli, in una posizione rilassata.

Brahma e’ uno dei nostri Dei, Brahma, Vishnu e Shiva. Brahma e’ il Creatore. Suo figlio era Pracetas, il cui figlio era Valmiki. Valmiki fu uno dei primi poeti in Sanskrito. Ma, prima di diventare un poeta, frequentava cattive compagnie.  Era sposato, con figli, e otteneva quello che serviva per i bisogni della sua famiglia attraverso il furto, l’omicidio e la razzia.

Una volta fermo’ un gruppo di uomini santi per derubarli. Il capo del gruppo disse a Valmiki, “Anche se abbiamo ben poco da dare, ti daremo tutto se risponderai ad una domanda. Tu uccidi e derubi per supportare la tua famiglia. Essi condividono il tuo bottino, ma sei sicuro che siano anche preparati a condividere le conseguenze dei tuoi peccati?” Valmiki ando’ a casa e ripete’ la domanda alla famiglia. La sua famiglia rispose “Noi siamo la tua responsabilita’ e dipendiamo da te per il nostro cibo e la nostra vita, ma non vogliamo che tu uccida e derubi per noi. Potresti lavorre per supportarci. Perche’ fai cose sbagliate per sfamarci? Fai solo cose buone. Ti potra’ anche piacere peccare, ma questo e’ affare tuo, e noi certamente non condivideremo piu’ i risultati delle tue cattive azioni!”

Questo gli fece aprire gli occhi. Ritorno’ dagli uomini santi e disse loro, “ Ditemi qualcosa che mi liberi dai miei peccati e migliori il mio fututo.” Gli risposero di sedersi e gli diedero un mantra. Malgrado non trovasse facile ripetere il mantra, divenne cosi’ assorbito in esso che rimase seduto perfettamente immobile e questa immobilita’ divenne meditazione. Resto’ cosi’ immerso nel mantra che dopo un anno il suo intero corpo  si copri’ di argilla. Non la sentiva perche’ era completamente assorbito in qualcos’altro. Era cosi’ immobile che non gli importava quello che era accaduto al suo corpo. Dopo un anno, i santi uomini ritornarono e tolsero l’argilla dla suo corpo e videro che era completamente illuminato.

Dissero, “ Ora sei diventato perfetto”. Dopo, sviluppo’ il poter di vedere nel futuro e scrisse il  Ramayana ancora prima della nascita di Rama.

Da questo possiamo concludere che la chiave e’ sedersi perfettamente immobili.

I TRE SALTI DELLA RANA

Quando meditiamo insieme c’e’ una sensazione generale di piu’ grande immobilita’ fisica ma gli individui dicono che anche se arrivano a questa immobilita’ fisica piu’ rapidamente, vedono ancora un grande movimento nelle loro menti, e chiedono come raggiungere la pace profonda piu’ velocemente, e restarci piu’a lungo?

Il raggiungimento della immobilita’ fisica non e’ una cosa cosi’ ordinaria; e’ un risultato molto importante. Ci sono tre fattori da considerare per quanto riguarda la meditazione- il corpo- gli occhi e la mente. Quando il corpo e’ completamente fermo, il prossimo movimento avviene con gli occhi, che continuano a muoversi, anche se solo leggermente. Quando sono fermi, e’ probabile che la mente li segua. La mente si muove secondo i movimenti del corpo, oltre a altre cause, ma prima il corpo, poi gli occhi, e la mente seguira’ pacificamente.

La meditazone, come ti e’ stata data, inizia con il corpo, e l’allenamento del corpo a restare immobile e’ il primo passo per entrare nel mondo spirituale. Dopo, non dovrebbe esserci molta’ difficolta’ a raggiungere la immobilita’ della mente.

C’era un saggio che scrisse le Mandukya Upanishad. Mandukya e’ una parola che significa “rana” e questo saggio, che aveva creato un sistema, disse che con tre balzi si poteva raggiungere il livello piu profondo del Se’. Una rana che si trova fuori dall’acqua, sulla terra riarsa, e sta per essere bruciata dal sole, e desidera essere al fresco e in pace, puo’ saltare nell’acqua con tre balzi e godere il fresco e la pace delle acque profonde.  Nello stesso modo, questi sono i tre balzi di cui abbiamo bisogno, and con questi tre balzi dovrebbe essere possibile stabilire la immobilita’ della mente.

LA TARTARUGA E LA LEPRE

Perche’ appena qualcuno si congratula con se’ stesso sbatte il naso?

La soddisfazione ottenuta da un grande sforzo di solito crea un senso di successo; avendo ottenuto qualcosa, e’ possibile pensare che si ossa riposare sugli allori, almeno per un po’. Viene detto : ‘Il successo pota il progresso’, e la caduta e’ molto vicina! Ecco un esempio:

C’e’ una storia per bambini, parla di una tartaruga e una lepre che fanno una gara di corsa. La lepre correva veloce e copri’ molto rapidamente una grande distanza. Guardandosi indietro non riusciva a vedere la tartaruga da nessuna parte. Pensando che la tartaruga ci avrebbe messo tantissimo tempo per arrivare a quel punto, la lepre si sedette per riposare. Si addormento’ cosi’ profondamente che la tartaruga riusci’ ad arrivare al traguardo prima che la lepre si svegliasse. La tartaruga, che fa coscienziosamente i suoi due periodi di meditazione tutti i giorni, alla fine arriva al traguardo, mentre la lepre potrebbe non arrivare mai!