Capitolo 6 : Il Dramma

L’Acqua del Gange

So e capisco che il Se’ è tutt’uno con il Se’ Universale e ciò ha effetto nella mia vita. Questo non lo sperimento a pieno durante la meditazione, anche se spesso mi sento di esserci quasi. Che cosa mi frena qui?

Tutti nella loro vita sperimentano l’unione con il Se’ Universale ma non lo sanno. Durante il sonno profondo il Se’ si fonde con il Se’ Universale. Lo ignoriamo ma è un fenomeno naturale. Se durante la vita attiva o durante la meditazione non si sente questa fusione, e’ per via di una guaina. Anche questa guaina è naturale. L’unione che si sperimenta è la luce che il Se’ Universale riversa su questa guaina. Se la guaina è trasparente e pura, allora tutto bene, ma se è opaca o sporca, si intravede solo un barlume. Questo è il limite dell’esperienza diretta. Se l’acqua del Gange fosse il Se’ Universale, allora l’acqua presa dal Gange e messa in una bottiglia sarebbe il Se’ individuale, anche se l’acqua è la medesima. Una volta aperta o rotta la bottiglia e lasciata che l’acqua si riversi di nuovo nel Gange non si vedrebbe più nessuna differenza, e non potresti riprenderti quell’acqua, perché si sarebbe di nuovo mescolata al Gange per sempre. L’unica cosa che la differenziava era la guaina che separa il Se’ individuale dal Se’ Universale.

L’uomo al cinema

Il Creatore creò l’universo in tutti i suoi aspetti e forme. Osserva il dramma che ha creato. Tutti quelli che prendono parte a questa rappresentazione e conoscono il suo mistero e essenza sono distaccati. Fanno la loro parte e si divertono. Quelli che non conoscono il suo mistero si identificano con le loro parti e ne sono legati. Quando perdono la loro identificazione anche loro possono divertirsi a giocare la loro parte nel grande dramma senza esserne legati.

C’era un uomo di campagna che fece visita ai suoi parenti in città. Per intrattenerlo i parenti lo portarono al cinema. Comprarono biglietti costosi in ultima fila, ma il loro cugino di campagna si sentì sminuito ad essere in fondo alla sala e con insistenza volle che si sedessero proprio davanti. Tutto andò bene fino a quando non apparve sullo schermo un leone che dava l’impressione di volere saltare addosso agli spettatori. Il nostro amico prese il suo bastone e per difendersi colpì il leone. Lo schermo andò distrutto, il film si interruppe, e la sala piombò nell’ oscurità e nella confusione. Subito nessuno capì cosa fosse successo, poi si resero conto che tra gli spettatori c’era una persona che non era mai stata al cinema e che pensava che lo spettacolo fosse vero. La stessa cosa succede a tutte le persone ignoranti che guardano a quello che succede nel mondo come se fosse l’unica realtà e si identificano e ne restano coinvolti, portando ad azioni sconsiderate. Quando il vero significato del dramma è riconosciuto, queste persone possono giocare i loro ruoli con distacco e divertimento.

I burattini e il cinema

Durante la giornata è di grande conforto il ricordo del Se’ Universale. Al giorno d’oggi tutto è più piacevole, e anche le cose spiacevoli sembrano meno importanti di prima. Comunque, ci si sente quasi a un livello di sogno dove, a causa della vita piacevole, il bisogno di continuare il cammino è meno pressante. Non ci si lamenta per l’aumento della felicità, ma nonostante si senta la presenza durante il giorno, la meditazione non sembra abbastanza profonda e ci sembra di essere impigliati in una fase di sogno. Potrebbe il Shankaracharya consigliarci?

Una delle caratteristiche fondamentali della vita su questa terra è l’illusione di essere un agente indipendente, di avere il libero arbitrio. E’ difficile sostenere che gli individui siano gli artefici di qualsiasi azione, perché tutta la creazione è una manifestazione dell’Assoluto che ne è il vero artefice. Ha creato tutto lo spettacolo in un disegno così bello che è in continuo cambiamento con il procedere della creazione. Tutto si sviluppa grazie all’impulso creativo dato dall’Assoluto; Egli è l’essere indipendente, Egli è libero, e Egli è il vero artefice.

La nostra natura umana con le sue capacità di memoria e di pensiero fa parte dello spettacolo, e se uno si prende addosso il peso del passato e del futuro, il viaggio si fa duro e pericoloso, perché il passato ed il futuro sembrano terribilmente grandi, ed è difficile camminare sulla via con questo fardello. ‘Se fosse stato eseguita una azione piuttosto che un’altra,’ pensiamo, ‘allora si sarebbe arrivati ad un risultato diverso’ o ‘Se io non avessi agito in quel modo, avrei potuto salvarmi da questi effetti.’ Bisogna mantenere il cuore leggero e libero da quel peso. In fatti, il peso è sulla stessa mente, il corpo fisico non c’entra affatto, ma visto che la mente governa il corpo fisico, allora anche il corpo soffre.

Una delle analogie migliori è il gioco d’ombra delle marionette. Qualcuno tiene i fili e le muove, ma sembra che si muovano da sole e che siano loro ad agire veramente. Tutto il creato è molto simile allo spettacolo delle marionette, con i fili in mano a qualcun’altro.

Un altro esempio è lo spettacolo del cinema, dove il film è proiettato sullo schermo e le persone guardano in continuo queste immagini in movimento. Sullo schermo vedete montagne, edifici, mari, e lotte, scene d’amore e religiose. Sullo schermo si svolgono tutti i tipi di scene. Alcuni spettatori sono come marionette, e si animano a vedere le scene.

Bisogna essere capaci di vedere ciò che succede nel mondo, ma solo come osservatore silenzioso. Guardate tutti i piaceri sullo schermo, ma non siatene coinvolti e deviati dal percorso.

Tutte le cose eccitanti mostrate sullo schermo non colorano lo schermo stesso - lo schermo è bianco puro. Non ha colore di per se’; semplicemente riflette i colori che vengono proiettati su di esso.

Così dovremo diventare come lo schermo dove ogni parte dell’attività ha luogo ed è permesso che abbia luogo, ma dovremmo divenire puro bianco e non essere macchiati o tinti da alcun colore del mondo. Non è affare nostro avere qualsiasi ambizione o desiderio di avviare una nuova linea di azione.

Hai accennato allo stato del sogno. Ci sono cinque stati: lo stato illuminato, lo stato di veglia, lo stato dei sogni, il sonno profondo, lo stato di incoscienza. Tutti i cinque stati appartengono alla misteriosa arte creativa dell’Assoluto. Ognuno di questi stati fa parte della creazione manifesta per il piacere del Se’, e in effetti, ogni stato è utile per un motivo o l’altro. Non c’è niente da scegliere tra uno o l’altro. Non c’è bisogno di scegliere, ma stare nel mezzo e osservare entrambi i lati, l’esteriore e l’interiore, o rimanere nel presente e guardare lo spettacolo della vita che scorre, il gioco del passato e del futuro. Bisogna diventare l’osservatore imparziale di qualunque cosa accada, che si tratti di samadhi, veglia, sogno, o sonno. Se ci riusciremo, vivremo oltre tutti questi stati del mondo, dove tutto è verità, consapevolezza e beatitudine: l’Assoluto. Così anche il lavoro più ordinario, come zappare, dara’ beatitudine e gioia.

Abbiamo dimenticato che noi siamo il maestro, noi siamo l’Assoluto, ma studiando la vera conoscenza lo riscopriremoo, proprio come siamo capaci di riconoscere gli individui.

All’amico di qualcuno può essere chiesto di prendere parte in uno spettacolo, così si traveste con abiti diversi, un copricapo e tanto trucco da essere irriconoscibile. Ma nel momento i cui parla, la sua voce rivela la sua identità.

Qui, la vera conoscenza è il suono attraverso il quale si riconosce il vero Se’ che si manifesta attraverso tutte queste diverse forme. Bisogna capire e scoprire questa sintesi – che l’essere interiore si sta manifestando e prendendo parte all’esterno, e bisogna scoprire l’unione, non odiare nessuno, e cominciare a lavorare attraverso l’amore. Questo porterà pace e liberazione.

Il demone Rakshu lotta con Indra

Alcuni anni fa il Shankaracharya disse che dobbiamo imparare a goderci la mente, sia in quiete, come nella meditazione, sia nell’attività. Potrebbe dirci qualcosa in più su come godersi la mente nell’attività?

La natura di base pervade tutto, e una volta che lo si sperimenta in tutte le cose, allora potrete godervela indipendentemente delle vostre circostanze. Perciò l’uso principale dell’intelletto è nel vedere, osservare, e sentire che quella natura perfetta è onni-pervadente – proprio come quando vedi un albero, allora la tua mente dovrebbe essere capace di farti capire che la natura di base che è in te è anche nell’albero.

Che questa natura di base faccia la sua apparenza sotto diverse forme è un'altra questione. In un rampicante è tenero, in una pietra è dura, nelle foglie di un albero è verde. La forma può essere diversa ma la natura di base è la stessa. Perciò quando la tua mente vede o apprezza che la natura è onni-pervadente, allora nella vita di tutti i giorni, i tuoi normali doveri, potrai goderti delle circostanze in cui ti trovi.

Ecco una storia dalle scritture:

Una volta c’era un demone conosciuto come Rakshu, che stava lottando con Indra. Ad un certo punto della contesa Indra fu distratto, e la sua spada gli scivolò dalla mano. Essendo disarmato, aveva paura che Rakshu l’avrebbe ucciso. A questo punto Rakshu si fermò, e disse, ‘Non ti preoccupare! Stiamo solo giocando alla lotta, e a te è stato dato il compito di combattere contro di me, perciò riprenditi la spada e continuiamo a combattere, non devi avere paura.’ Quando si sviluppa questo tipo di sentimento, troverai che, in qualsiasi circostanza ti trovi, ti renderai conto che è tutto un gioco, un dramma. Poi, sia che ti trovi davanti un nemico, o un amato, ti comporterai come devi in quell’occasione particolare, e la tua mente non ti svierà. Sarai guidato correttamente.