Capitolo 8 Fede

Ramdas e l’ascesso

Un santo cristiano, Agostino, disse, ‘ un uomo diventa ciò che ama. Se ama un sasso diventa un sasso; se ama l’Uomo, diventa un uomo, e se ama Dio, non oso dire altro perché potresti lapidarmi.’ Potrebbe commentare?

Secondo il sistema Advaita questo significherebbe che se adori una pietra come una pietra, diventi una pietra. Ma se adori la pietra come Assoluto, diventi l’Assoluto. Non c’è niente simile ad una semplice pietra in questa creazione. La pietra è una forma della stessa sostanza che esiste ovunque nella creazione. E’ la stessa forza che lavora attraverso gli uomini, vegetali, o minerali. Tutto ciò che vediamo, il sasso, l’uomo, e tutto, non è vero di per se. La realtà dietro a tutti è lo stesso Sat, Chit, Ananda – Verità, Consapevolezza, e Felicità anche nella pietra.

Abbiamo un bellissimo racconto di un santo dal Sud dell’India che si chiamava Santo Ramdas e che aveva un seguito di migliaia di discepoli. Un giorno decise di metterli alla prova, allora fece finta di essere ammalato a causa di un ascesso sulla gamba. Prese un mango e se lo lego’ alla gamba con una fasciatura in modo che gli altri pensassero che sotto ci fosse un gonfiore. Disse, ‘Soffro per questo ascesso infetto. Non credo che sopravviverò e sembra che la mia fine si avvicini. Però,  se qualcuno succhiasse fuori il veleno potrei salvarmi, ma quella persona morirebbe di conseguenza.’ Tutti si guardarono l’un l’altro ma nessuno si fece avanti.

Dopo parecchio tempo i discepoli che si occupavano della parte teologica e amministrativa del suo lavoro in tutta l’India si radunarono e dissero al santo, ‘Swami, visto che stai per morire e non c’è altra possibilità, dovresti rendere noto il tuo testamento in modo da creare un fondo, così potremo continuare la gestione dei discepoli e i tuoi insegnamenti potranno continuare’ Non dissero altro. Ma da in mezzo al gruppo una persona si fece avanti e disse, ‘Sono pronto a fare qualsiasi cosa per te in qualsiasi modo desideri.’ Allora Ramdas gli disse che avrebbe dovuto succhiare via il veleno ma poi sarebbe morto avvelenato. Egli rispose, ‘Se migliaia di persone riceveranno saggezza dalla tua sopravvivenza, allora la perdita della mia vita sarà per me un grande guadagno. Sarò felice di dare la mia vita per un motivo del genere,’ e prima che qualcuno potesse fermarlo si buttò su Ramdas e cominciò a succhiare via il veleno, ma con sua grande sorpresa si accorse che era un dolcissimo mango. Così si scoprì il trucco e la maggior parte dei discepoli si vergognò di non essere stata all’altezza della situazione e di avere solo fatto finta di amare il santo.

Solo molto pochi amano per davvero, infatti l’amore vero è molto raro. Si possono vedere questi due tipi di amore, prem (amore vero) e moha (attaccamento), in termini molto semplici. Se vuoi felicità o piacere dall’amato, allora il tuo amore è solo un attaccamento, ma se sacrifichi tutto per la felicità dell’amato, allora è amore vero.

 

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La figlia del re e il falso guru

Tutto è consapevolezza, e niente è senza vita, o insensibile. Un oggetto come un albero può insegnarti talmente tanto che puoi trovarti faccia a faccia con la Realtà Ultima o Dio.

La figlia di un re passeggiava in giardino con sua madre. Vide un fiore in bocciolo, un altro in piena fioritura, e poi un altro secco e caduto. Li fece notare a sua madre. La madre disse che i tre fiori sintetizzavano l’intera storia della vita e se voleva ulteriore illuminazione, avrebbe dovuto rivolgersi ad un guru.

La ragazza cominciò a cercarsi un buon guru. Ne venne a conoscenza un impostore, e si fece avanti come un guru molto sapiente, perciò la ragazza gli chiese di iniziarla alla vera conoscenza. L’impostore le chiese di dargli tutti i suoi soldi, cosa che lei fece subito, poi lui la porto’ in un luogo isolato e la legò ad un albero. Poi se ne andò, dicendo che la stava mettendo alla prova, e che doveva restare lì fin quando lui non sarebbe tornato a slegarla.

Rimasse legata, senza lamentarsi, per lungo tempo, tale era la sua fiducia nel guru. Il dio, Vishnu, fu colpito dalla sua devozione. Mandò il santo Narada a slegarla, ma ella rifiutò, dicendo che solo il guru poteva slegarla. Così Vishnu mandò Narada a cercare l’impostore. Fu trovato e portato lì. Vishnu gli ordinò di slegarla subito, e il falso guru e Vishnu stavano entrambi dinanzi alla ragazza. Persino allora la ragazza si chiese se doveva salutare prima il guru, o Vishnu, perché era stato per motivo del guru che Vishnu era venuto da lei. Perciò persino un falso guru può dare illuminazione, a patto che il discepolo sia pienamente devoto a lui.

La guida di uomini santi può sempre aiutarci a superare le nostre difficoltà.                                                                                                                        

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Shiva tiene il veleno

Quando arrivai qui stamattina, sentii completa fiducia nell’unità assoluta che esiste in tutte le cose, e ero anche assolutamente certo che non c’è bisogno di preoccuparsi, e che tutto è in ordine. Come si fa a tenere stretta questa sensazione?

Quando si arriva in luoghi che esercitano un tipo particolare di influenza, come hai descritto, ci sono due modi per mantenere questa esperienza. Uno è con la mente, con il pensiero o l’intelletto. Se è tenuta costantemente nella mente e uno si ricorda dell’esperienza e il sapore dell’esperienza, o il contenuto dell’esperienza, allora nel tempo diventa propria.

Il secondo modo per tenere l’esperienza e’ di tenerla con la fede e questa è tenuta nel corpo emozionale. E’ tenuta molto stretta; qui è dove è tenuta totalmente. Avendo tenuto l’esperienza in questi due aspetti, in fede e in mente o pensiero, allora diventa propria. Poi in qualsiasi momento, o in qualsiasi circostanza, o sotto qualsiasi influenza uno può essere, non si perderà mai questa esperienza, e si potrà condividere questa influenza in qualsiasi luogo.

C’è un esempio dalla vita di un mahatma. Soleva dire che ogni movimento era pernicioso - non utile per il Se’ – ma che c’era movimento dappertutto nella creazione. Perciò deve essere tentuto da qualche parte, altrimenti la beatitudine dell’oceano non sarebbe percepito e il Se’ non si manifesterebbe.

Nella mitologia indiana Shiva è raffigurato tenendo del veleno nella sua gola. Egli non lascia che vada né nel corpo esteriore né nel corpo interiore, altrimenti annienterebbe la verità sia del mondo esterno che del mondo interno. Perciò lo tiene semplicemente alla soglia del corpo esterno e interno. Riesce a fare questo perché egli è sempre in samadhi.

Chiunque abbia acquisito l’esperienza di questa grande unità di pace nella quale l’anima di ognuno è accudita, sente che se potesse tenerla riuscirebbe, come Shiva o Shankara, a mantenere la pace per se e renderla disponibile ad altri che ne hanno bisogno. Perciò Shankara è colui che ha la pace e può portare la pace a tutti.

 

Il devoto che ha munto una leonessa

Mi sembra che siano principalmente i pensieri brutti su situazioni o persone che mi separano dall’Assoluto. Le buone azioni – impegni ordinari fatti con attenzione, perfino dedizione – sono più potenti che cercare di tenere alla larga i pensieri cattivi?

Spesso non ci rendiamo conto dei poteri che comandiamo o abbiamo acquisito attraverso la purità degli intenti. Ferire con un coltello un corpo umano è solitamente un crimine serio, ma i chirurghi lo fanno tutti i giorni per via della purità del loro intento. In modo simile, soldati uccidono gli esseri umani sul campo di battaglia senza essere legalmente colpevoli di omicidio.

Una volta andai al circo e sul palco c’era un leone con in testa una capra. L’attenzione del leone non era in nessun modo per la capra perché fissava la pistola che il domatore gli teneva puntata dritto in mezzo agli occhi.

Ci sono due motivi per fare azioni buoni. Uno è quando gli esseri umani sono terrorizzati dall’Assoluto, come il leone era terrorizzato dall’arma, sapendo con certezza che se sbagliano saranno subito puniti, e dovranno soffrire. Se sono così terrorizzati dal potere dell’Assoluto non faranno niente di sbagliato. L’altro modo è di avere talmente tanto amore per l’Assoluto che non saranno mai sfiorati da pensieri malvagi perché non ci sarà posto per un pensiero brutto. Ogni parte del loro essere sarà permeata dall’Assoluto, non lasciando spazio per niente di male.

C’è un esempio dalla vita di un santo, Ramdas. Aveva come discepolo un re Maratha – Shiva Ji. Una volta il santo aveva un dolore nello stomaco e anche se numerosi medici ci provarono, non riuscirono a curarlo. Tutti i discepoli erano preoccupati per cosa si potesse fare per la malattia. Il santo disse che non sarebbe stato curato dalla solita medicina, tutto quello che serviva era un po’ di latte di leonessa. Se qualcuno potesse portarne un po’, egli avrebbe potuto massaggiare il latte sull’ombelico e questo avrebbe curato il dolore. Questo era un modo per metterli alla prova! Come sapete è molto difficile ottenere latte da una leonessa, ma questo re coraggioso, Shiva Ji, prese l’impegno di andare nella giungla e cercare una leonessa. Prese con se un contenitore con dentro una pezzuola. Mosche si ammassarono vicino alla tana della leonessa e seguendole egli arrivò all’entrata; entrò e vide sdraiata per terra una leonessa con due cuccioli. Quando egli entrò nella tana, l’odore dell’uomo la mise in guardia, e ella saltò su ringhiando.

Allora Shiva pregò e disse che era venuto come amico, non come nemico e non aveva intenzioni violente; era solo interessato ad ottenere qualche goccia di latte per curare il suo maestro. Poteva offrirne un po’? A questo punto la leonessa si mise di nuovo a terra e egli prese qualche goccia di latte, tornò dal santo, gli offrì il latte, e il santo fu curato. Le persone rimasero a bocca aperta e chiesero come aveva fatto Shiva ad ottenere il latte, e egli raccontò l’accaduto.

Se uno ha completa fede e completo amore per l’Assoluto allora ogni situazione è una situazione amichevole e volgerà a qualcosa di buono nonostante possa sembrare pericoloso o violento sul piano ordinario.

Questi sono gli unici due modi possibili per sfuggire ai pensieri o azioni cattivi – o si è posseduti dal terrore per il Signore, o si è posseduti dall’amore per il Signore.